Secondo gli studi di Jacques Lacan, psichiatra e filosofo francese nonché uno dei maggiori psicoanalisti europei, lo specchio è il primo elemento che aiuta il bambino nella formazione dell’Io. Prima dei sei mesi il bambino, posto di fronte allo specchio, non si identifica con il riflesso, pensa che sia un altro. Tra i sei ed i diciotto mesi, nel periodo definito fase dello specchio, il bambino elabora un abbozzo dell’Io, fino a identificare l’altro (ovvero ciò che vede nello specchio) come propria immagine. La nostra immagine riflessa, da sempre ci affascina. Lo specchio, spesso è stato utilizzato come elemento metaforico, nelle fiabe , nelle leggende, nei racconti popolari, nelle poesie di ogni epoca e cultura. Nei santuari shintoisti addirittura, viene venerato come un oggetto di culto dato che rappresenta simbolicamente l’incarnazione della fede.
Sara Lupoli, artista, ballerina e coreografa, ha presentato, sabato 14 marzo alle ore 20, presso il Teatro Galilei 104 a Città della Scienza di Napoli, l’ avant-première del suo ultimo, affascinante spettacolo intitolato ‘Album-toi, mon miroir’, un duo di danza e di interazione digitale. Due corpi appaiono in scena, inizialmente separati nello spazio, estranei, lontani, ma il ripetersi dei movimenti speculari in una coreografia fluida, fatta di scontri, di incontri, d’incroci , porta le due identità a mescolarsi in un sapiente gioco di riflessi.
La performance dal taglio sperimentale, abilmente eseguita dalle danzatrici Marianna Moccia ed Elena Cocci, sotto l’attenta direzione artistica e coreografica di Sara Lupoli, si è avvalsa di un elemento scenografico che funge simbolicamente come luogo del confronto delle due identità, uno specchio /schermo digitale, posto sulla sinistra della scena, in cui venivano proiettate immagini interattive della performance di danza, attraverso filtri ed effetti davvero ben realizzati, ad opera di Carmine Spizuoco, molto suggestive anche le creazioni musicali curate da Vito Pizzo. Lo spettacolo merita sicuramente un attenta visione, sia per la qualità dell’insieme, sia per l’originalità della messa in scena, si spera quindi in prossime repliche. Finalmente qualcosa di diverso dove la danza non è più un elemento accessorio alla rappresentazione, ma la fa da protagonista, come merita.
[Photo: Evento FB dello spettacolo]