E ci risiamo. Una vittoria sfumata in trasferta e giù critiche “a schiovere” come si dice a Napoli (un’espressione quanto mai appropriata visto il meteo di questo lunedì mattina) e tuttavia riesce ancora difficile non rimanere perplessi di fronte alle considerazioni di giornalisti, tifosi e giornalisti-tifosi (categoria quest’ultima sempre più diffusa e sempre più aberrante) a proposito di “scudetto sfumato”, squadra sbandata e via dicendo.
Sgombriamo il campo da ogni equivoco, il Napoli ieri ha giocato al di sotto del suo standard e il Bologna viceversa ha giocato molto al di sopra del suo, questo spiega come sia venuto fuori il 2-2 finale. Un primo tempo sbagliato non tanto nell’approccio quanto nelle scelte di gioco, con una circolazione di palla troppo orizzontale e senza movimenti o tagli a dettare il passaggio verso gli ultimi 16 metri, tutto ciò pur tenendo un baricentro altissimo che il Bologna provava a sfruttare con i lanci lunghi di Diamanti (l’1-0 nasce appunto da cross ad oltre 30 metri dalla porta). Secondo tempo diverso del Napoli, con pressing alto e movimenti senza palla che generano spazi nei quali finalmente cominciano a giostrare gli esterni, un paio di ghiotte occasioni sprecate e poi nel giro di dieci minuti pareggio e sorpasso. A quel punto il Napoli (per giunta in superiorità numerica) avrebbe dovuto sfruttare gli spazi aperti in mezzo al campo (espulso Kone, sostituito Perez, non c’era più la linea mediana del Bologna) e cercare il terzo gol, invece gli azzurri probabilmente stanchi in alcuni dei suoi uomini chiave per la terza gara in sette giorni (è sempre la terza quella taglia le gambe, specialmente se ti trovi a giocare le tre partite su campi pesanti), hanno cominciato un giro palla sterile, che neutralizza i felsinei per diversi minuti. Il finale è figlio di due palle perse e due corner concessi, che hanno permesso ai padroni di casa di rialzare il proprio baricentro e tentare il tutto per tutto nel più classico dei mischioni di fine partita. La disperazione più nera li ha spinti a raggiungere il risultato minimo del pareggio.
Sarebbe superfluo fare un processo ai singoli, ieri il peggiore è stato Albiol, giocatore finora praticamente impeccabile, seguito da Pandev e da Inler (nel finale completamente ‘cotto’), ma non serve attribuire colpe specifiche a questo o a quel giocatore perché la realtà è che il Napoli ha giocato una brutta gara e non sempre si riesce a raddrizzare queste partite. Il campionato non è finito ieri, la Juve fa una corsa su se stessa, sui propri record da infrangere e salvo crolli imprevedibili raggiungerà il terzo scudetto di fila, la vera corsa del Napoli è contro la Roma che d’altra parte si trova adesso con una gara in più giocata tra le mura amiche e con diversi scontri diretti da affrontare da qui alla fine lontano dall’Olimpico. Gli azzurri devono invece badare a mantenere il rendimento sui livelli attuali provando ad accorciare sui giallorossi e cercando di tenere a distanza la rampante Fiorentina, molto dipenderà anche da quali altri innesti farà il Napoli dopo l’ottimo Jorginho (e a proposito, già ieri con un giocatore di questo tipo in campo nel finale sarebbe andata diversamente).
fonte immagine: sscnapoli.it