È già passato al cinema Esterno Sera (alla fine del maggio scorso), il film che segna l’esordio al lungometraggio della regista casertana Barbara Rossi Prudente, finora impegnata nella realizzazione di corti interessati all’analisi sociale e all’indagine sui sentimenti, in particolare quelli nascosti nelle pieghe meno evidenti dell’animo umano. Ma è ancora interessante riflettere su un intreccio profondo quanto complesso e soprattutto sulla personalità e sull’animo della protagonista Alba (interpretata dall’attrice Valentina Vacca), una ragazza dalla sensualità torbida che forse non si ama troppo, beve per stordirsi e si circonda di uomini sbagliati. Questo fino all’arrivo del cugino Fabrizio, col quale Alba intreccerà una liaison scabrosa che dal suo ingresso diventerà il filo conduttore dell’intera vicenda.
Niente sud stereotipato né cliché lamentosi nel film della Rossi Prudente, ma il racconto di un microcosmo familiare un po’ cupo, forse addirittura impenetrabile. Sesso, coercizione e dimensione metafisica fanno di Esterno Sera un’opera forte ma nello stesso tempo delicata nonostante si tratti di una storia di grande impatto emotivo. La regista, già sceneggiatrice di serie Tv e autrice, come abbiamo detto, di molteplici corti, si rivela donna di talento e coraggio per la scelta del tema. Capaci gli attori chiamati a interpretare la vicenda. Tra gli altri, Valentina Vacca, la brava giovane protagonista (magari un filo esasperata in qualche passaggio), Emilio Vacca (fratello di Valentina), Alessandra Borgia, Salvatore Cantalupo (bravissimo come in tutta la sua filmografia) e la partecipazione speciale di Ricky Tognazzi. Gli ultimi due, i volti più noti del film, hanno subito accettato dopo un’attenta lettura della sceneggiatura. Conosco Barbara dai tempi dell’Università che abbiamo frequentato insieme e ricordo i suoi primi passi verso la scrittura e poi la sua arte, le sue idee. Oggi io traduttrice e giornalista e lei regista e sceneggiatrice, all’epoca eravamo due ragazzine con parecchie cose in comune e la voglia inarrestabile di imparare, scoprire, capire. Ricordo quelle prime ispirazioni e il fatto che sentivo che lei sarebbe riuscita a portare avanti quelle idee.
Esterno Sera è stato definito dalla stessa autrice il racconto di un amore sconveniente ma possibile, una storia di “pancia” scritta in rapporto al suo interesse per le dinamiche familiari e i relativi intrecci. Il film ha incontrato una serie di problemi, soprattutto legati alla produzione del soggetto. Infatti, nonostante il premio Solinas per la sceneggiatura, Esterno Sera non ha ottenuto finanziamenti pubblici. Ma la Rossi Prudente non si è persa d’animo ed è ricorsa all’autoproduzione, a qualche sponsor, all’aiuto della Campania film Commission e ad attori quasi tutti legati al territorio. Ha spiegato in un’intervista che, molto probabilmente, i produttori non si sono sentiti pronti a promuovere un film che ha come tema centrale il tabù dell’incesto, gli angoli più nascosti del cuore e sentimenti difficili da comprendere ma che possono anche nascere. Si tratta di una pellicola con qualche risvolto dark ed ecco spiegato il titolo: siamo davanti a chiaroscuri inquadrati, atmosfere notturne, misteri che si svelano in esterno e di sera e buio interiore della protagonista, e non solo.
Devo necessariamente riportare il giudizio che il mio principale mentore culturale, Valerio Caprara, ha scritto su Il Mattino in proposito, titolando il commento L’incesto e un Sud non banale: Sarebbe un peccato perdere «Esterno sera», l’opera prima che la pugnace casertana Barbara Rossi Prudente ha tratto dal proprio script vincitore del premio Solinas 1999. Dotata di un piglio sicuro e personale, la regista e scrittrice vi affronta il tema-tabù dell’incesto scavando senza slogan preconfezionati nell’habitat proletario, l’animo lacerato dei personaggi e la cappa di misteriosa omertà che presiede alla vera/falsa immobilità sudista. Una tragedia annunciata, tessuta d’indizi di solitudine, disperazione e negazionismo e mai dissonante o ammiccante, grazie anche alla delicatezza con cui sono calibrate le interpretazioni dei fratelli Vacca, Salvatore Cantalupo e Alessandra Borgia. Mi associo dunque al giudizio di Caprara, ritenendo Esterno Sera un film da vedere per la meticolosa costruzione del filo narrativo e per l’intelligente scomposizione degli impulsi emotivi. Aggiungo che ritengo interessanti ed efficaci i richiami teatrali ben evidenti dal punto di vista del registro stilistico e la capacità dell’autrice di aver saputo mostrare anche una bella porzione di luce dell’interiorità raccontata, e non solo il lividore del buio.
Complimenti Barbara, ne hai fatta di strada (e buona) dai nostri banchi dell’Università.