Silvio Perrella ha la dote della fascinazione. Usa la parola e il suo potere come pochi altri. E insieme alla parola la scrittura “orale”, al di là delle pagine scritte dei suoi volumi. Queste sono le prime suggestioni che mi vengono in mente, ripensando all’incontro presso Home & More organizzato da Nando Vitali, Maria Rosaria Vado, Carlo Ziviello, Davide D’Urso e Sabrina Vitiello, dal titolo: “L’arte di camminare senza peso da Calvino a Senza Scatto. Viaggio nel percorso poetico di Silvio Perrella”.
E il grande fascino di Perrella, del suo parlare e del suo “narrare”, è per l’appunto quello di parlare e “narrare” se stesso attraverso i libri degli altri, attraverso gli altri autori. Inizia così un percorso personale in cui la scrittura di Perrella e la vita intellettuale di Perrella si intersecano con i libri e gli autori incontrati, a partire da quell’Italo Calvino di fondamentale importanza.
È forse sbagliato definire l’incontro una lectio magistralis, ma quello a cui si è dato vita è qualcosa che sta tra conversazione e lectio, fascinosa, affabulatoria, in cui i ricordi personali si mescolano alla critica vera. In realtà ricordi e critica sono due componenti complementari, due facce di una stessa medaglia, che vanno di pari passo nella formazione intellettuale.
(foto: Wikipedia)