Cambiano i direttori, ma sembra che alcune prassi non cambino o che, quantomeno, alcuni problemi e criticità rimangano. Così accade sicuramente al Napoli Teatro Festival Italia che, sulla propria pagina Facebook, annuncia: “Si comunica che le selezioni per le proposte artistiche dell’edizione 2017 del Napoli Teatro Festival Italia sono concluse. Le proposte inviate all’indirizzo email organizzazione@napoliteatrofestival.it verranno prese in considerazione per l’edizione 2018”.
SI tratta di una comunicazione che lascia perplessi e che fa sorgere una domanda, ad addetti ai lavori e agli operatori, ovvero: quando effettivamente è stata aperta la selezione? È una domanda non secondaria, e che trova difficile rsposta. Difficile trovare un bando, una delucidazione o qualcosa di simile sul sito, che in alcuni casi riporta ancora come riferimento la mail del precedente direttore Franco Dragone. Si veda per esempio la sezione “Avvisi per artisti” (https://www.napoliteatrofestival.it/avvisi/avvisi-per-artisti/) in cui si legge (almeno sino ad oggi 20 gennaio 2017): “Si comunica che le proposte artistiche per il Napoli Teatro Festival Italia devono essere inviate unicamente ed esclusivamente all’attenzione del direttore artistico, Franco Dragone, all’indirizzo email f.dragone@napoliteatrofestival.it. Si prega pertanto di prestare attenzione a non inviare proposte artistiche ad indirizzi differenti da quello indicato, poiché non saranno prese in considerazione”. Le precedenti comunicazioni, sulla stessa pagina, risalgono al 2014/2015.
Non si mette in dubbio il fatto che possa essere stata aperta una selezione, ma comunque rimane la perplessità di non averla pubblicizzata come invece è stato fatto con la chiusura per l’invio di proposte artistiche.
Si tratta, senza dubbio, di una pratica che stona con un Festival che dovrebbe, prima o poi, dimostrarsi davvero internazionale a tutti i livelli. Non solo quindi con gli ospiti stranieri invitati, ma con una call vera per proposte artistiche in italiano, inglese e, perché no?, spagnolo e tedesco da pubblicizzarsi a destra e manca, oltre che sul sito, su tutti i social network e siti del settore, in più lingue. Seguiamo, una buona volta, l’esempio di Edimburgo (del Fringe in questo caso), di Avignone e di tanti altri. Oppure tanto vale chiudere. Si spera che il direttore Cappuccio, che è un grande uomo di teatro, possa chiarire la questione.