Primo esperimento a colori del cinema di Michelangelo Antonioni, recentemente riproposto in sala a cinquant’anni dalla sua uscita in una retrospettiva dedicata all’autore dal Napoli Film Festival, Il deserto rosso (1964) è ora disponibile in dvd in una nuova edizione targata CG Home Video che non può mancare nella videoteca di nessun cinefilo che si rispetti.
Presentato nella versione restaurata, il riversamento digitale permette di godere appieno dell’esperienza estetica immaginata da Antonioni in uno dei suoi lavori più affascinanti e controversi, ispiratore alla sua uscita tanto di entusiastici incensamenti critici quanto di clamorose levate di scudi, nonostante il Leone d’oro come miglior film alla Mostra di Venezia di quell’anno.
La storia è nota: Monica Vitti, ancora musa del regista dopo gli episodi della Trilogia dell’Incomunicabilità da lei interpretati (L’avventura, L’eclisse) è Giuliana, moglie di un magnate dell’industria che, dopo un incidente automobilistico, piomba in una sorta di autismo esistenziale che l’aliena progressivamente dal marito e dal figlioletto, oltre che dal collega del marito (Richard Harris) con cui vive una fugace avventura, in un vortice regressivo che fa da contraltare interiore negativo agli anni del cosiddetto “Boom” in cui la vicenda è ambientata.
Se il pretesto narrativo sta in poche righe, il film resta nella memoria per l’uso del colore in senso espressionistico ed antinaturalista, perseguito dal regista ferrarese con l’insostituibile e prezioso lavoro di Carlo Di Palma: l’approccio di Antonioni al mezzo espressivo per lui inedito dopo quasi un ventennio di bianco e nero, è intriso di forte sperimentalismo; in una Ravenna livida e nebbiosa, dominata dalle fumisterie industriali, il colore diventa quasi una metonimia degli stati d’animo dei personaggi e degli umori degli ambienti (memorabile la sequenza di gruppo nella “casina rossa”), in un tour de force cromatico che arriva a far dipingere di viola i tronchi degli alberi e a ripensare interi tratti urbani della città romagnola, fino a curvare in delicati sogni d’evasione (la favola ambientata sulla spiaggia rosa di Budelli, in Sardegna). La ricerca espressiva di Antonioni-Di Palma si approfondirà nei capitoli successivi di Blow-up, Zabriskie Point e Professione:reporter, ma Il Deserto Rosso resterà un terminus a quo imprescindibile nella carriera del regista.
L’edizione digitale è arricchita dalla presentazione del critico Maurizio Porro, dal mini-documentario sul progetto di restauri CinemaForever e da una selezione di cinegiornali d’epoca che testimoniano del percorso festivaliero dell’opera.
Scheda film: http://www.cghv.it/film-dvd/Deserto-rosso/f34000 [foto]