L’ ”Opificio Arti Performative” ha aperto il 30 gennaio con una mostra-Manifesto. Esposti i lavori di 19 artisti. Uno spazio di interazione tra pubblico, addetti ai lavori, studenti di arte. A Frattamaggiore.
Opificio Arti Performative: un nuovo spazio dedicato all’arte. A Frattamaggiore. Nel capannone riattato di un ex canapificio. Due grandi sale bianche, alte non meno di dieci metri e larghe cento. Un luogo che porta in sé il segno della trasformazione e ne suggerisce altre. “L’accento è sull’azione artistica, sull’aspetto performativo”, spiega Enzo Palumbo durante il vernissage di apertura tenutosi giovedì 30 gennaio e al quale ha preso parte anche il sindaco del Comune di Frattamaggiore, che ha patrocinato l’evento insieme alla Regione Campania. Artista e docente all’Accademia di Belle Arti di Napoli, Palumbo è, insieme a Salvatore Landi, ideatore del progetto dell’Opificio. Link diretto è il Corso di Tecniche Performative di cui lo stesso Palumbo ha la docenza. Ma cosa sono le tecniche performative? “sono quelle che si occupano del rapporto tra il soggetto, il corpo, e lo spazio circostante, da non confondersi genericamente con la performance, che si incentra sul rapporto tra pubblico e attori”, spiega ancora Palumbo. Un settore artistico, dunque, che guarda al significato dello spazio pubblico e della sua potenzialità comunicativa e che vede tra i suoi antesignani Fluxus e, in Italia, Pino Pascali.
Nella mostra-Manifesto di questo primo vernissage, le opere di diciannove artisti: Giuseppe Caccavale, Tiziana Calvano, Armando Della Vittoria, Maurizio Elettrico, Matteo Fraterno, Piero Gatto, Sasà Giusto, Chieko Inayama, Salvatore Lendi, Saverio Lucariello, Pietro Montone, Vincenzo Rusciano, Enzo Palumbo, Ernesto Pavone, Rosa Persico, Antonello Scotti, Franco Silvestro, Stefania Zamparelli, Crescenzo Zito. Nessun tema. Solo una consegna: quella di creare manifesti di 1,5 x 3. I grandi cartelloni, disposti l’uno accanto all’altro nella loro altezza imponente, staccano messaggi diretti, con altrettanti slogan, spesso scanzonatamente provocatori. Anche in questo task così apparentemente tecnico emerge la determinazione a togliere enfasi all’opera stessa, alla sua “autorialità”, a calarla in una quotidianità di fruizione in cui viene posto l’accento sulle potenzialità comunicative dello spazio in sé, duttile, mutevole, declinabile in base alla presenza di chi lo percorre.
“L’idea è quella di produrre iniziative culturali, creare un dibattito proficuo. E perché no? Organizzare feste-performative”, afferma Salvatore Landi. E’ lui che ha deciso di realizzare il vecchio sogno di riattare, a sue spese, il canapificio abbandonato, proprietà di famiglia, per un progetto che non guarda al lucro, ma allo scambio e alla formazione. L’opificio ospiterà un laboratorio permanente di tecniche performative. Aperto a tutti, non solo agli studenti dell’Accademia.
Informazioni utili
Opificio Arti Performative, via C. Pezzullo 20, 80027, Frattamaggiore, orari di apertura: dal Martedì al Sabato su appuntamento
Ingresso: libero Info: 3398144743- 3336256056
sito web: www.opificioartiperformative.it
[foto: pagina FB]