Fino al 6 gennaio 2013 negli spazi di Villa Di Donato di piazza S. Eframo Vecchio (nei pressi del Real Orto Botanico), sarà possibile visitare la Mostra La delicatezza del segno, l’immensità della luce, prima personale italiana dell’artista californiano Shane Guffogg (classe 1962), inaugurato a fine novembre negli ambienti del Pan di via dei Mille. Allievo di Edward Ruscha (classe 1937), uno dei nomi autorevoli della pop art statunitense della prima ora, Guffogg si è formato al fuoco delle più ragguardevoli correnti d’avanguardia dell’arte mondiale senza tuttavia perdere di vista (come nella Transavanguardia) le componenti tecniche tradizionali della pittura: i pennelli e i colori. Guffogg è dunque un pittore classico nella tecnica ma non per questo meno sperimentale. Alla mostra partenopea, curata da Cynthia Penna, l’artista losangelino porta una selezione di suoi lavori degli ultimi trent’anni e i risultati di un progetto pittorico iniziato due anni orsono sulla reinterpretazione in chiave astratta di motivi della pittura leonardesca, e su di un’opera in particolare, Il ritratto di Ginevra de’ Benci (1474 circa), e più in generale sullo studio della luce e dello spazio nella pittura del Rinascimento messi a confronto con una cultura luministica moderna come quella sviluppatasi sotto il sole abbacinante della California. Il percorso espositivo conduce lo spettatore in una dialettica affascinante tra presente e passato, ricercando un dialogo fecondo che, svolgendosi in senso diacronico, metta a nudo le costanti universali della rappresentazione figurativa occidentale.
Per info: http://www.art1307.com/eng/eventi.php?tipo=C
(foto dal sito)
Nato a Torre Annunziata (Na) il 29 agosto 1979 e laureato in lettere moderne, è redattore di Quaderni di Cinemasud, periodico di cultura cinematografica. Ha pubblicato saggi e articoli anche su Cinemasessanta e Airsc-Notizie. Ha lavorato come aiuto-regia per Ettore Massarese negli spettacoli Cinematografo (2006 – 2007) e Santo Pulcinella, il demonio e les amis du jeu (2007), per Mario Amura nel videoclip Mexico (2005) e per Marcello Amore nel cortometraggio L’estro di Mario (2009). Ha pubblicato un contributo nella monografia collettiva Alberto Grifi: Oltre le regole del cinema (Mephite, 2008). Ha curato la monografia Per Massimo Troisi. Saggi, ricordi, riletture (Mephite, 2010), dedicata al grande comico napoletano, e Cronache futuriste (1932 – 1935) di Emanuele Caracciolo (Mephite, 2012), raccolta degli scritti critici del regista cinematografico perito nella strage nazista delle Fosse Ardeatine.